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Friday, 23 June 2017 12:47

SIAMO CON RISORGIMARCHE, SIAMO CON IL CUORE DI QUESTA REGIONE

Dentro al progetto RisorgiMarche, ideato da Neri Marcorè, c’è una filosofia che in casa Fabi abbiamo sposato da tempo: la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze.

Perché, come rimarcato in tutte le comunicazioni ufficiali del festival, non si tratta soltanto di concerti ad ingresso gratuito (seppure con artisti dal curriculum di altissimo spessore), quanto di momenti di incontro, di passeggiate tra le bellezze dei Sibillini e non solo, di condivisione di spazi naturali e di degustazioni prodotti tipici.

Un festival, come ha spiegato benissimo lo stesso Marcorè, non dei Comuni ma delle comunità marchigiane colpite da una terribile sequenza sismica.

Da lì la scelta di luoghi altamente simbolici, capaci di catturare gli occhi e l’anima delle persone.

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Noi ci saremo, in ognuno dei 13 eventi scelti per questa edizione che, speriamo, possa avere un seguito nei prossimi anni. Di questo, infatti, ha bisogno la nostra Regione: del cuore delle decine di persone che si sono spese per dare forma e sostanza a questa manifestazione, così come delle migliaia (ne siamo certi!) di partecipanti che da domenica 25 giugno a giovedì 3 agosto sceglieranno le Marche. Le nostre Marche. Quelle che possono risorgere soltanto lavorando insieme.

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Ci vediamo in alto, allora, camminando o in bici, ma molto prima dell’orario di inizio dei concerti, fissato per le ore 16.30 per permettere di rientrare con la luce del giorno. Più tempo avremo per condividere queste esperienze, più impareremo a conoscerci e a scegliere la stessa direzione.

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IL PROGRAMMA DI RISORGIMARCHE

Domenica 25 Giugno

NICCOLÒ FABI & GNU QUARTET

Spelonga, Arquata del Tronto (AP)

Venerdì 7 Luglio

MALIKA AYANE

Domus San Bonfilio, Cingoli (MC)

Sabato 8 Luglio

DAIANA LOU

Propezzano, Montegallo (AP)

Domenica 9 Luglio

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Pintura di Bolognola, Bolognola (MC)

Mercoledì 12 Luglio

ENRICO RUGGERI

Campolungo, Amandola (FM)

Giovedì 20 Luglio

PAOLA TURCI

Piani di Ragnolo, Fiastra/Sarnano (MC)

Domenica 23 Luglio

BUNGARO

Monte Rocca Colonnalta, San Ginesio (MC)

Martedì 25 Luglio

SAMUELE BERSANI

Pian dell’Elmo, Apiro (MC)

Giovedì 27 Luglio

DANIELE SILVESTRI

Rubbiano, Montefortino (FM)

Domenica 30 Luglio

FIORELLA MANNOIA / LUCA BARBAROSSA

Morro, Camerino (MC)

Lunedì 31 Luglio

BRUNORI SAS

Foce, Montemonaco (AP)

Mercoledì 2 Agosto

MAX GAZZÈ

Altopiano di Montelago, Sefro (MC)

Giovedì 3 Agosto

FRANCESCO DE GREGORI

FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana

GNU QUARTET

Macereto, Pieve Torina/Visso (MC)

Friday, 16 June 2017 11:51

NOI, CHE A ROMA ABBIAMO PORTATO UNA COMUNITÀ

Eravamo rimasti sempre lì. Alle nostre Marche. Una pausa, per riuscire a dare forma a tanti progetti che (dentro e fuori) la rete ci permettono di far conoscere con ancora più incisività questa meravigliosa terra.
In particolare, in questi mesi abbiamo lavorato ad una mostra fotografica sulle zone colpite dal terremoto. Una mostra che si lega a doppio filo al progetto #RIPARTIDAISIBILLINI (del quale vi avevamo già raccontato qui, nato spontaneamente nella metà dell’ottobre 2016 e che nel corso di questi mesi è diventato un contenitore di storie sempre più ampio e variegato.
Fino ad aprire le porte del Palazzo Fabi a Roma, messo a disposizione da un’azienda consapevole dell’importanza di una comunicazione incentrata su persone, luoghi ed eccellenze. Insomma, su quei frammenti di vita che messi insieme formano un’unica comunità.DCIM100GOPROGOPR4340.

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E nel negozio nel cuore della Capitale sono arrivati in tanti, dalle Marche e non solo. Tutti incuriositi dalla presenza di scatti – circa 50, tra colore e bianco e nero – e di prodotti straordinari: i formaggi dell’Azienda Scolastici di Pieve Torina, i salumi di Petacci di Visso, i vini di Coppacchioli Tattini di Cupi e di Dante Duri di Serrapetrona, la composta di mela rosa dei Monti Sibillini de Le Spiazzette di Amandola, l’infuso di fiori di sambuco de Il Gelso di Pievebovigliana (con sede anche a Recanati), i biscotti della Pasticceria Vissana di Visso, il pane di Al Bano Petroselli e gli oli di Stefano Gregori.
La mancanza di confini di #RIPARTIDAISIBILLINI si è manifestata anche nella proiezione di due video, realizzati da persone che si sono affiancate alle tante che avevano iniziato a “camminare” 9 mesi fa: da un lato Gianfranco Mancini, esperto fotografo di Montegranaro che ha realizzato una lunga serie di interviste a produttori, imprenditori e amministratori dei Sibillini; dall’altro Eddy Bucci, un giovane che dopo le scosse di ottobre non ha esitato a raggiungere i luoghi colpiti e a dare il via ad una narrazione fotografica molto suggestiva.
Altri frammenti, insomma. Frammenti vivi e ostinati. Nell’andare. E nel ritornare per cambiare i nostri occhi.

ANDREA BRACONI

FOTO DI DANNY VEROLI

Thursday, 15 June 2017 09:33

LA FIRENZE ETERNA E PITTI 2017 – PARTE #2

“Il «mistero dei tetti» di Firenze è tutto qui: essi sono, con la Cupola, quasi un «sacramento» che si fa specchio e diffusore della bellezza, della purità e della pace celeste!”

Rieccoci nel bel mezzo del cammin del nostro tour fiorentino – mentre “Pitti Uomo” sta decollando -, accompagnati dalle parole di un uomo innamorato della propria città come lo era il Giorgio La Pira della citazione (uno dei più celeberrimi sindaci di Firenze), e dal nostro fido cicerone-gourmet-sommelier che col passare delle ore sembra accusare più del previsto le sbornie alcoliche e goderecce delle nostre “pause” viziose.

Ci eravamo lasciati con la promessa di “guadagnarci” il privilegio di una vista memorabile sul fiume Arno dopo aver messo a ferro e fuoco i locali di mezza sponda sinistra, ed eccoci accontentati. Dal quartiere Campo di Marte nostra ultima tappa prima dei temporanei addii ci basta percorrere qualche centinaio di sampietrini medievali in direzione sud e giungiamo sul famoso Lungarno, dove anche il nostro amico Lorenzo Il Magnifico adorava passeggiare e far viaggiare la mente.

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Siamo ancora lontani da Ponte Vecchio, ma passare sul suo cugino più orientale - Ponte S.Niccolò - non è per nulla spiacevole. Anzi, la visuale del resto della città ha un sapore nuovo, quasi come trovarsi improvvisamente nel dietro le quinte di un teatro ottocentesco: salire sugli spalti naturali è l’ultima cosa che ci rimane da fare per ammirare i tetti tanto decantati della Firenze estiva, e Piazzale Michelangelo – piazza dell’Ottocento sopraelevata rispetto alla città – è la nostra ovvia meta appena scesi dal ponte sulla sponda destra.

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Non male come colpo d’occhio, e del resto questa è una delle zone più visitate dai turisti di tutto il mondo. Ma forse non tutti sanno che poco più in giù – andando in due direzioni opposte tra loro – un “panorama” altrettanto prelibato è proposto quotidianamente anche da due tra i locali più ambiti in town: verso est s’incontra la Trattoria Gigi, in Via Orsini, tra le più classiche del posto e anche nettamente tra le più buone; andando verso il centro invece impossibile non fermarsi da ZEB Gastronomia, nella piazzetta di San Miniato. La parola la lasciamo – doverosamente – al nostro guru: “L’ultima volta da Gigi c’ho mangiato pici al ragù di cinghiale, il solito spettacolare tagliere di salumi e un buon Chianti, oltre che un ottimo dessert di pan di spagna con gelato alla vaniglia…da Zeb…beh, altro posto da pausa scenica, degustazioni pazzesche!…se non c’andate, quello sì che è un peccato mortale!”

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Seguiamo il consiglio senza farci pregare due volte e ci incamminiamo verso Zeb, considerata la sua maggior vicinanza a Ponte Vecchio dove siamo diretti. Del resto la giornata è lunga e piena di sorprese, un’iniezione di energia e carboidrati è proprio ciò che ci serve!
Ritornati all’aria aperta, l’Arno calmo e bagnato dai raggi del sole ci invita placidamente a risalirlo, perchè sa che è giunta l’ora: aveva ragione il grande giornalista Guido Piovene quando affermava che a Firenze “l’architettura ha la magia di uno strumento ottico di precisione”…ci soffermiamo davanti alla manifestazione di piccola perfezione che Ponte Vecchio con le sue casette colorate a strapiombo sul fiume ci trasmette, e sospiriamo.

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“Quanto sei bella Firenze” sussurra alle nostre spalle il nostro buon cicerone, ancora col calice in mano…pare che non abbia perso tempo, ed approfittando del nostro sognare ad occhi aperti si è servito alla grande proprio dietro l’angolo, in una delle più deliziose bottiglierie del centro: Le Volpi e l’Uva ha una delle selezioni di vini più incredibili della zona” ci dice convinto, e noi non possiamo far altro che andare a controllare la fedeltà delle sue parole, assaporando pochi minuti più tardi un Brunello che ci lascia basiti e contenti…salvo poi farci trascinare dalla concorrenza per chiudere l’obbligato confronto: non sappiamo sinceramente dire se han vinto “Le Volpi” o l’enoteca Gola e Cantina, ma di certo c’è che noi siamo palesemente soddisfatti.

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Ma basta trastullarsi con i beni terreni, è tempo di arte, storia, magia! Via dunque verso Piazza Pitti e il suo Palazzo, uno dei più rinomati musei cittadini (oltre che quartier generale simbolico dell’evento che ci ha spinto con le nostre belle FABI colorate al viaggio): i capolavori di Raffaello e Tiziano ci attendono, tornandoci a far pensare a quel nostro amico quando ci confessò di avere “un debole per gli occhi chiari ed i capelli biondi datati Firenze 1400”. Perdiamo (artisticamente) la testa anche noi, completando poi l’opera con un cono gelato da applausi alla vicinissima Gelateria della Passera, sempre nella stessa piazzetta.

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Ne lecchiamo i lati attenti a non far sciogliere i tre gusti che abbiamo arditamente scelto con questo caldo, mentre proviamo ad entrare nel Giardino dei Boboli, definito “uno dei più grandi esempi di giardino all’italiana al mondo”…non a torto, giustamente: tra alberi, distese di verde e statue dal sapore romantico, con i rumori urbani lontani nel tempo e nello spazio, ci sembra di vivere in un’altra epoca, come dei gentiluomini con baffi a manubrio e cilindro.
Status che ci spinge peraltro ad affilare il nostro giudizio nelle ultime due tappe enogastronomiche del nostro gironzolare.
Gurdulù e Sottarno sono due piccoli monumenti al mangiare e bere bene, entrambi di fianco ai giardini, entrambi dai menu celestiali: “cucine divine, cocktails intriganti…non saprei proprio da dove iniziare…” ci dice per un attimo spiazzato il nostro amico…sappiamo che “testeremo” entrambi, e quindi con un sorriso ci mettiamo l’animo in pace mentre dietro a Ponte Vecchio il sole si avvia al meritato riposo.

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E davanti a tanta meraviglia, sull’imbrunire della giornata e della nostra avventura fiorentina, non ci resta che chiudere con le migliori parole, quelle dell’eterno Ennio Flaiano:

“La sorpresa di Firenze che si rinnova a ogni viaggio. Il piccolo golfo dell’Arno così bene “male” illuminato la sera nei lungarni, la linea sempre aurea dei palazzi, lo svolgersi delle strade, la nettezza dei particolari, il nitore del cielo e dei profili.”

…e se volete tornare sulla sponda sinistra dell’Arno, basta cliccare QUI per la Parte #1

Buona Firenze, buon Pitti, ci trovate al Padiglione E4!

Michele Pettene con la preziosa collaborazione di BasketKitchen

Tuesday, 13 June 2017 11:46

LA FIRENZE ETERNA E PITTI 2017 – PARTE #1

“500 anni sono troppi per chi aspetta, ma pochi per chi non dimentica. Firenze, quanto mi manchi!
Nell’anno in cui io morivo Cristoforo Colombo scopriva l’America. Ma la mia America era tutta qui.
Avevo capito che la bellezza nata in quegli anni meritava un respiro di eternità, avevo il dovere di custodirla, tramandarla, glorificarla. Dovevo farlo per me e per chi con me quel mondo lo aveva costruito.
Volavamo alti con i versi dei grandi poeti, ci riempivamo gli occhi con le pennellate degli artisti e sfidavamo la materia con gli scalpelli ispirati degli scultori, rendendo parole, colori e marmo piccoli assaggi di eterno.
E poi camminavamo, più umani che mai, sulle sponde del nostro fiume, vedendo riflessa nelle sue acque la città e accarezzando col pensiero coloro che amavamo.
E non so quanto darei per ripercorrere ancora una volta il lungarno, specchiarmi nelle sue acque e sentirmi ancora vivo… Vivo come l’arte che ha reso questa città immortale.”

Così Lorenzo Il Magnifico splendidamente concludeva uno dei più bei ritratti mai comparsi sul grande schermo come omaggio a Firenze – “Firenze e gli Uffizi” – grazie a Sky Arte e al testo tutto made in Italy della brava – e premiata – Laura Allievi.
Pure noi con questo spirito e già i brividi d’eccitazione siamo arrivati nella città del Dante Alighieri, nella settimana dell’evento internazionale più importante per la moda maschile – “Pitti Uomo” – sicuri di uscire arricchiti da un luogo che ha nelle origini del suo stesso nome, “Florentia”, il suo tratto più distintivo ed affascinante.

Essere rigogliosa e fertile – questo il primordiale significato latino – di qualsiasi tipo d’ispirazione, per l’anima e gli occhi, per la mente e lo stomaco.

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Ce lo ricorda immediatamente Santa Maria Novella, tra le prime – meravigliose – basiliche fiorentine e la principale chiesa domenicana, appena scesi dal treno ed usciti dalla stazione, e la prima tra le ampie ed incantevoli piazze che incontreremo nel nostro eterno e fortunato girovagare.
Il nostro compagno di viaggio – autentico lupo di mare per quanto riguarda le perle nascoste per il ventre e il palato – ci indica subito un posto: non dà certo nell’occhio così vicino agli altoparlanti di Trenitalia, ma il Bar Tonarelli non tradirà le vostre aspettative se ordinate della pasta del luogo. “Grande sostanza e poco fashion” ci dice con fare esperto, ma d’altronde siamo ancora lontani da Piazza dei Pitti.

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Con un bel paio di comode scarpe Fabi ultimo modello per la stagione estiva ai piedi imbocchiamo un classico - Via dei Banchi - addentrandoci nel centro storico fiorentino, patrimonio UNESCO dal 1982. I motivi dell’onoreficenza sono piuttosto evidenti: come una perfetta terzina dantesca trasfigurata in realtà ed architettura, compaiono uno dietro l’altra la chiesa di Santa Maria Maggiore, il battistero di San Giovanni e il simbolo spirituale della città, la cattedrale di Santa Maria del Fiore sui cui tetti è pure possibile camminare durante il tramonto. Non importa quante volte siamo già stati a Firenze, l’effetto mozzafiato è sempre – incredibilmente – lo stesso.

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Non vi preoccupate, abbiamo pensato anche ad una pausa di qualità tra le visioni celestiali che vi si stanno parando davanti – letteralmente, con la Porta del Paradiso del battistero – e proseguendo verso sud dopo aver deviato nell’imperdibile Piazza della Repubblica da Via dei Calzaiuoli – famosa nell’antichità per le numerose botteghe artigianali oggi “trasformate” in raffinati negozi – basteranno pochi passi per imbattersi in due ottime alternative consigliate dal nostro cicerone gastronomico: il wine bar Coquinarius,  che ci viene descritto come “molto elegante, con una proposta glam, una carta dei vini super interessante…e soprattutto consigliato da un grande vignaiolo!” e la rustica Birreria Centrale, ad un amen da Palazzo Vecchio

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Sappiamo che fremete come noi dal pressante desiderio di vedere il sole estivo specchiarsi nel fiume Arno e in quell’opera d’arte vivente qual è Ponte Vecchio – se ne sente quasi il profumo -, ma seguite il nostro consiglio e quello di Lorenzo Il Magnifico, arrivate allo spettacolo d’acqua e di colori umani e divini gradualmente, preparandovi come un rituale. Nel mezzo c’è pur sempre piazza della Signoria, la nostra preferita con le statue nella Loggia e la fontana di Nettuno, mentre se non vi acccontentate della copia del David di Michelangelo dovrete risalire qualche metro più a nord, fino alla Galleria dell’Accademia dove viene conservato l’originale.

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Dissetate prima la fame di meraviglia dei vostri occhi con il più famoso dei capolavori degli Uffizi, la maestosa Venere di Botticelli. Poi – se avrete resistito alla tentazione di non farvi rapire per il resto della giornata dalle opere di Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Mantegna e Caravaggio (la lista è infinita) – immaginando di essere stati catapultati nel Rinascimento italiano e nella sua culla universale rimanete nelle piccole vie secondarie, scendete verso est e, poco dopo la basilica di Santa Croce, approderete in uno dei posti più ricercati di questa prima parte del 2017. La Toraia Gourmet, ultimo gioiello d’arte culinaria firmata La Toraia di Enrico Lagorio, ha da poco aperto un posto unico per la ben nota carne di hamburger – ci dicono – amata persino dall’imperatore del Giappone.

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Ad ogni modo se non siete tipi dai gusti facili niente paura, il nostro fedele accompagnatore non vede l’ora di sfoderare il proprio asso nella manica, forse il più sentito nonchè il più a portata di mano considerata la zona: La Giostra, pochi metri dopo l’interessante museo ebraico, è tutt’ora il locale più frequentato dalla famigerata E-Street band di Bruce Springsteen e dal Boss stesso, che qui è di casa...“e il proprietario, Soldano, è semplicemente magnifico. Un locale da pausa scenica.”

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Non potremmo però considerare la visita completa se non approfittassimo di tutti gli inviti ai peccati di gola e ai vizi “italiani” che la zona all’ombra di una delle massime realizzazioni del gotico in Italia – la basilica di Santa Croce appunto – ci continua ad offrire, provocandoci come un’amante focosa pazza di noi.

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Affiancando sacro e profano e dietro alle guglie della chiesa, a vostra scelta potreste optare per rimpinzarvi con una delle più clamorose pizze cittadine, “un angolo di paradiso per gli amanti della pizza” ci istruisce la nostra guida la cui acquolina è ogni minuto sempre più manifesta “si chiama la Divina Pizza”, e con dei buoni motivi aggiungiamo noi…oppure, oltrepassando il cavalcavia dell’Affrico, cercare l’insegna del “Povero Pesce” decantato dal “nostro uomo” come “un posticino di qualità, costantemente meta ambita”.
E non solo dagli appassionati di ostriche e salmoni, notiamo…nello stesso quartiere infatti  - Campo di Marte – svetta lo stadio Artemio Franchi, casa della Fiorentina e struttura che merita una visita a prescindere dalle proprie antipatie (o passioni) calcistiche. L’architettura particolarissima e vecchia di quasi un secolo infatti conserva ancora un suo fascino, sfoggiando i tratti tipici del Razionalismo italiano innovativi all’epoca della sua progettazione, negli anni ’30: a Firenze tutto sembra essere costruito a regola d’arte, stadio compreso, e noi siamo solo a metà del percorso…torneremo domani, attraversando l’Arno e deliziando i nostri sensi con le bellezze fiorentine della sponda destra del fiume.

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Un’ultima cosa, prima di salutarci e mentre attendiamo il nostro panino con il Lampredotto in uno dei baracchini più famosi del circondario, quello nella Loggia del Mercato Nuovo: abbiamo chiesto per pura curiosità agli anziani abitanti del luogo le origini del giglio, il famoso stemma di Firenze, ma sembra che ognuno abbia un’idea diversa sulla sua nascita…fatto divertente, ma la più bella che abbiamo sentito, come tutto il resto che ci circonda in questi giorni, ha a che fare con le divinità e con l’anno della fondazione romana della città, nel 59 a.C…era primavera, e le celebrazioni furono dedicate alla dea Flora. Il battesimo come “Florentia” e l’associazione con il fiore più delicato e nobile furono – secondo la leggenda – le più longeve conseguenze.

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Buona Firenze, buon Pitti, ci trovate al Padiglione E4!

Michele Pettene con la preziosa collaborazione di BasketKitchen

Thursday, 08 June 2017 13:48

Fabi a Pitti92 con il Tecno Flex e l’attore Blair Underwood

L’attore Blair Underwood sarà l’ospite speciale di FABI SPA al Pitti Uomo di Firenze e alla Milano Fashion Week. Underwood, stella dell’acclamata serie televisiva statunitense “Quantico”, sta visitando gli epicentri del “fashion” made in Italy come parte della sua attuale collaborazione con l’azienda di Monte San Giusto – FABI SPA – e la “Q by Pasquale” con sede a Los Angeles.

Underwood e il suo staff viaggeranno nelle Marche per conoscere il mondo di FABI e lavorare direttamente con l’azienda per il lancio della nuova linea di scarpe di lusso “Q by Blair Underwood”, uno dei risultati più concreti e significativi della partnership tra Fabi Spa, Q by Pasquale e l’attore premiato con Emmy Award e Grammy Award, Blair Underwood.

Per celebrare l’arrivo di Blair Underwood, FABI SPA darà vita a tre cocktail parties:

  • 14 Giugno ore 12, FABI stand a Pitti,
  • 15 Giugno ore 19, Fabi Store in Monte San Giusto
  • 17 Giugno ore 11, Milano Showroom in Via Montenapoleone

Il programma di Blair Underwood prevede prima alcune apparizioni speciali agli eventi in Italia, poi Underwood e il team di Fabi Spa tornerà negli Stati Uniti in Luglio per la Men’s Fashion Week e il lancio ufficiale della nuova linea.

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Su Blair Underwood: vincitore di un Emmy Award e nominato due volte ai Golden Globe, Blair Underwood si è distinto ed è stato più volte premiato negli anni sia come attore e regista sia come produttore, a prova del suo talento eclettico e passionale che ha continuato a sviluppare e mostrare in tutta la sua variegata gamma attraverso il mondo del cinema, della televisione, del teatro e della letteratura.

Blair Underwood, grazie al suo talento raro e versatile, ha anche ricevuto 7 NCAACP Image Awards e un Grammy Award, diventando “un nome” ad Hollywood recitando la parte dell’avvocato Jonathan Rollins nel dramma seriale della rete NBC “L.A. Law”, dal 1987 al 1994. Da allora ha proseguito ad interpretare personaggi dal notevole impatto e dal ricordo indelebile in molti show, tra cui “In Treatment”, “Sex and the City”, “The New Adventures of Old Christine”, “Dirty Sexy Money” and “Marvel’s Agents of Shield”, dirigendo e producendo una dozzina di film e campagne pubblicitarie. Infine nel 2016 Underwood è stato ufficializzato nel cast della seconda stagione della serie tv “Quantico”.

Molto attivo anche lontano dalle luci dei set, Blair Underwood, anche regista e filantropo – attraverso la sua casa di produzione “Intrepid” e con la collaborazione di Bungalow Media e Litton Entertainment – sta proseguendo nel suo sostegno a realtà non-profits, come testimonia il suo ruolo di produttore esecutivo dello show vincitore agli Emmy Award “Give” – che Blair stesso ha descritto come un incrocio tra “Undercover Boss” e “Extreme Makeover”.

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Su FABI

Nel 1965 a Montegranaro, nel cuore delle Marche e in una delle aree più rinomate per la produzione di calzature artigianali, la famiglia FABI fondò un nuovo business basato sulla dedizione e il fascino delle più raffinate tecniche artigiane. Le sapienti mani dei fratelli Elisio ed Enrico, insieme a quelle delle mogli Gina e Vilia, diedero vita alla prima scarpa da uomo ufficiale del brand: classica, dallo stile elegante e con una qualità di materiali sopra la media, caratteristiche che diventarono istantaneamente sinonimi del marchio.

In pochi anni il business di Fabi è decollato, cavalcando un fattore decisivo del suo successo: la straordinaria capacità nel conciliare tradizione ed innovazione. Negli Anni Ottanta, partendo dalle solide basi di un successo già ben riconosciuto, Fabi ha infatti voluto ampliare i propri orizzonti espandendosi su mercati nuovi ed emergenti, spinti dal desiderio di raggiungere vette sempre più alte, e cementando il proprio status di brand dinamico.

Oggi, e da quasi mezzo secolo, Fabi sta mettendo il proprio nome su calzature di primo livello sia per uomini che per donne, diventando un punto di riferimento del design made in Italy come business distintivo, sostenitore di uno stile elegante, brillante osservatore dei trend e sempre in anticipo sui nuovi stili di vita.

Fabi presenta a Pitti Immagine Uomo una anteprima della collezione SS 2018 e la grande novità del Tecno Flex, l’evoluzione super tecnologica del brevetto Fabi Flex Goodyear 102. Modelli che combinano innovazione e tradizione, grazie a un fussbett anallergico in poliuretano espanso con effetto no memory, quindi una scarpa tradizionale che incontra il mondo running rimanendo elegantissima. Un progetto che incontra le esigenze dell’uomo contemporaneo, appassionato al bello, amante di una sartorialità che si fa più casual.

Accanto al Tecno Flex i modelli più classici con i 102 passaggi della lavorazione brevettata Flex Goodyear e le nuove forme dei modelli ancora più flessibili e destrutturati, ma anche una sneakers in vari colori e materiali, pensata per una vestibilità molto chic, trasversale e per ogni tipo di outfit, con costruzione a sacchetto e fondo EVA ultraleggero.

Dominano i colori pastello, ma anche toni naturali del sottobosco, dal verdone al cuoio e il taupe per i camosci invecchiati effetto vintage.

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