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01/10

Petto d’anatra mantecato di patate e marmellate di prugne

Oggi per la seconda ricetta dedicata alla marmellata di prugne La Golosa di Montelparo prepariamo un gustoso secondo piatto. Questa marmellata non va unita o mischiata ad altri ingredienti ; la sperimentazione della ricerca sta nel trovare i gusti e gli abbinamenti che meglio esaltino il sapore naturale della sua frutta, e viceversa. Ho scelto un petto d’anatra, carne nera molto saporita ed abbastanza grassa da sposarsi molto bene con gli zuccheri della frutta.

 

INGREDIENTI

Marmellata di prugne La Golosa

Petto d’anatra

Patate vecchie

Burro, sale, pepe, timo

Per prima cosa prepariamo il letto sul quale adagiare il petto d’anatra; laviamo le patate e le mettiamo in pentola con acqua fredda ed una presa sale; ad ebollizione avvenuta lasciamo cuocere circa 40 minuti, poi le scoliamo e le schiacciamo con lo schiacciapatate, direttamente sopra a del burro morbido e del timo sfogliato. Quando il burro si è sciolto completamente con un frullatore ad immersione andiamo a montare il composto, ottenendo così un mantecato di patate.

E’ il momento della nostra anatra: in una padella molto ben calda e leggermente imburrata andiamo a rosolare il petto, prima dalla parte della pelle per almeno 4 minuti. La cottura ottimale avviene quando è ben caramellata fuori e rosata all’interno.

Siamo pronti per comporre il piatto : sopra il letto di mantecato di patate adagiamo il petto d’anatra scaloppato e guarniamo con la marmellata di prugne e delle gemme di sale grosso. Buon appetito!

Ricetta di Luca Robledo

www.lucarobledo.com

01/10

Itinerario Slow Food

In tutta Italia dal 1998 esistono i Presidi Slow Food e le Marche ne contano ben sei. Il progetto, oggi seguito da migliaia di persone, è nato per preservare razze animali, specie vegetali, prodotti quali i formaggi, il pane e i salumi a rischio di estinzione a causa delle tecniche di agricoltura, industria alimentare e commercio di tipo massivo. Tra i Presidi Slow Food nelle Marche va ricordato quello della Cicerchia di Serra Dei Conti (AN), borgo medievale che custodisce da secoli questo legume legato ad un’antichissima tradizione alimentare contadina. Questo legume, notoriamente considerato povero, viene celebrato con la Festa della Cicerchia come elemento fondamentale che per secoli ha fatto parte della cultura alimentare della zona: si riscoprono i sapori della memoria che così vengono mantenuti vivi, si promuovono i prodotti tipici di qualità e si salvaguardano dall’estinzione realtà produttive minori.
Un altro presidio è quello del Lonzino di fico, un dolce tipico della provincia di Ancona composto da fichi essiccati, amalgamati agli altri ingredienti della tradizione povera contadina: mandorle, piccoli pezzi di noce e semi di anice stellato. Nella stessa provincia, va menzionato il Mosciolo Selvatico di Portonovo che ha permesso di tutelare nel tratto di costa che va da Pietralacroce fino a Sirolo e Numana, una particolare tipologia di cozze, minacciata negli anni Settanta dalla pesca selvaggia. Sui Monti Sibillini invece, si trovano oggi le Mele Rosa, una varietà tradizionale di tutta l’area pedemontana dell’Italia centrale che in origine costituiva parte del frutteto familiare, custodito gelosamente dagli abitanti della zona e il Pecorino dei Monti Sibillini che conserva le tradizioni della civiltà pastorale. Vasta è infatti la gamma dei pecorini che caratterizzano tutte le zone montane. Nei pecorini di montagna il caglio viene aromatizzato con maggiorana, serpillo, germogli di rovo, chiodi di garofano, noce moscata, pepe, olio, rosso d’uovo e pecorino grattugiato. L’impasto viene poi sciolto nel latte e, con il calore del fuoco, ne nasce una pasta compatta e paglierina da consumarsi fresca e stagionata. Nel nord della regione è possibile trovare ancora il pecorino conservato in botti di rovere, dove viene lasciato per tre mesi e avvolto in foglie di noce o, in alternativa, disposto a strati insieme ad erbe aromatiche o vinacce. Sempre nell’entroterra, il Salame di Fabriano è conosciuto in tutto il mondo, citato persino da Giuseppe Garibaldi in una lettera manoscritta e dallo storico Oreste Marcovaldi nel 1877, che descrive come questo salame sia ottenuto con un procedimento particolare, ovvero macinando la parte più pregiata del maiale: il prosciutto. Insomma, un salame nobile che è un elemento importante per l’identità del paese, Fabriano (AN), da sempre attento alle proprie tradizioni. Questa città infatti, dedica al prodotto di punta la Sagra del Salame, che si tiene ogni anno a dicembre e alla manifestazione prendono parte produttori associati del Consorzio del Salame di Fabriano; inoltre sono presenti produttori artigiani e piccole realtà commerciali accuratamente selezionate da Slow Food su tutto il territorio nazionale.

24/09

Salsiccia di Maiale al naturale con marmellata di pesche e spinacino

Oggi la ricetta dedicata alla marmellata di pesche La Golosa di Montelparo; sono partito da un abbinamento classico, maiale e pesche, ed ho cercato di trovare il modo migliore per esaltare il sapore della frutta. L’idea di fondo è quella di dare a tutti gli ingredienti una cottura più naturale possibile.

Aspetto di sapere da voi se ci sono riuscito !

 

INGREDIENTI

Marmellata di pesche La Golosa

Pane di segale

Salsiccia fresca di maiale

Spinacino novello

Pomodori secchi sott’olio

Olio EVO, sale, pepe

Per prima cosa buchiamo la salsiccia su tutti i lati con una forchetta e la mettiamo in padella con dell’acqua che arriverà a coprire la salsiccia fino a metà, ed accendiamo un fuoco dolce. Questo tipo di cottura lenta permetterà all’acqua di penetrare nei buchi della salsiccia, tirando fuori tutto il suo grasso che rimarrà il padella, lasciando una carne di maiale perfettamente al naturale. Occoreranno circa 20-25 minuti

Ora dobbiamo solo condire lo spinacino novello, operazione molto delicata che va fatta all’ultimissimo momento in quanto è molto delicato; sale, pepe, pochissimo olio e mescoliamo delicatamente con le mani

Siamo pronti per assemblare il nostro panino di segale con salsiccia di maiale al naturale, marmellata di pesche La Golosa, pomodori secchi e spinacino novello.

Ricetta by Luca Robledo

www.lucarobledo.com

03/09

Spring roll di spaghetti

Se Marco Polo partito da Venezia arrivò in Oriente, oggi l’Oriente compie il viaggio inverso e viene in Italia, destinazione le Marche, regione in cui esiste un pastificio in mezzo a un campo di grano. Scoperti gli Spaghetti Mancini Unique Edition FABI/COSE BUONE l’Oriente decide di render loro omaggio preparando uno spring roll di spaghetti. L’esclusività del grano marchigiano ed il suo sapore tendente al dolce sono perfetti per unirsi alla tradizione gastronomica orientale, ma sanno distinguersi al palato, conservando un gusto tipicamente mediterraneo. Vediamo insieme come

INGREDIENTI

Spaghetti Mancini Unique Edition FABI/COSE BUONE – 30 gr

 Una zucchina, un peperone rosso, uno giallo, una melanzana, una carota ed un cipollotto

Due fogli di carta di riso

Olio di semi di arachide

Salsa di soia

Misticanza di insalata

Pomodorini pachino

Brodo vegetale

Sale, pepe, aceto balsamico, prezzemolo, olio EVO quanto basta

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Per prima cosa dobbiamo preparare i pomodorini confit che serviranno da guarnizione del piatto seguendo questo procedimento; pratichiamo una piccola incisione a croce sul dorso dei pomodorini e li scottiamo in acqua bollente per 10 secondi, dopodichè li raffreddiamo in acqua e ghiaccio per bloccare la cottura e togliere la pelle; li tagliamo in due orizzontalmente e li mettiamo in forno con sale, zucchero, olio EVO, timo ed uno spicchio di aglio schiacciato a 130 gradi per circa un’ora e mezza.

Ora dedichiamoci al condimento dei nostri Spaghetti Mancini Unique Edition FABI/COSE BUONE, un condimento di verdure estivo e naturale. Tagliamo a brumoise regolare tutte le nostre verdure ad eccezione del cipollotto, che va tagliato a velo, e teniamo tutto da parte pronto per essere adoperato.

Appena immergiamo gli Spaghetti Mancini Unique Edition FABI/COSE BUONE in acqua bollente salata scaldiamo due cucchiai di olio EVO in una larga padella e facciamo stufare il cipollotto bagnandolo con del brodo vegetale per non farlo bruciare, ma appassire. A questo punto aggiungiamo le verdure a rosolare secondo quest’ordine: carota, peperone, melanzana e zucchina ad intervalli di circa un minuto e mezzo, e continuiamo a bagnare col brodo vegetale se vediamo che si asciugano. Subito dopo aver aggiunto la zucchina sfumiamo il tutto con la salsa di soia e regoliamo di sale e di pepe. Scoliamo gli Spaghetti Mancini Unique Edition FABI/COSE BUONE direttamente nelle verdure e mantechiamo un minuto aggiungendo, se necessario, piccoli mestoli di brodo vegetale.

proc2A questo punto lasciamo gli spaghetti in padella a riposare ed insaporirsi mentre bagnamo leggermente con delle gocce d’acqua due fogli di carta di riso per far perdere il croccante ed evitare che si rompano.

Prendiamo una forchettata di spaghetti e la poniamo al centro del foglio di carta di riso ed aggiungiamo qualche verdura; richiudiamo il foglio come se fosse un fagottino e lo friggiamo per circa 30 secondi, il tempo giusto per dare croccantezza al nostro spring roll senza far indurire gli spaghetti all’interno. Saliamo leggermente il nostro involtino a caldo e lo impiattiamo con della misticanza verde e viola, dei pomodorini confit e decoriamo con gocce di aceto balsamico.

14/08

Spaghetti alla norma

Oggi ci dedichiamo alla rivisitazione di uno dei piatti più tradizionali della cucina italiana, la pasta alla norma. Siamo in Sicilia, terra di pomodori, terra di melanzane e di ottimi formaggi saporiti. Gusti decisi e marcati sono i protagonisti della cucina siciliana, gusti perfetti per il grano dei nostri Spaghetti Mancini Unique Edition FABI|COSE BUONE. Partiamo come sempre dall’ unicità della pasta per creare una norma su misura che sappia esaltare il sapore particolare del grano, conservando una sua indipendenza e facendosi notare. La ricetta prevede una lavorazione particolare della melanzana; avremo infatti due consistenze diverse, vellutato e croccante, ricavandone un estratto che andrà a dare colore e sapore alla nostra pasta.

INGREDIENTI

Spaghetti Mancini – 90 gr

Una melanzana

Salsa di pomodoro

Ricotta salata siciliana

Olio EVO, sale, pepe, basilico, quanto basta

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Dedichiamo particolare attenzione alla preparazione dell’estratto di melanzana; eliminiamo la testa e la coda della melanzana e teniamo da parte poca buccia; tagliamo tutta la melanzana a pezzi e la mettiamo nella centrifuga, estraendo cosi tutto il suo succo e sapore essenziale. Tagliamo a striscioline sottili la buccia, la friggiamo per circa 10-15 secondi, saliamo e teniamo da parte per la guarnizione.

A questo punto dobbiamo restringere l’estratto di melanzana in un pentolino bilanciando il suo sapore amarognolo con gambi di basilico, olio, sale, pepe e brodo vegetale, ottenendo una crema di media densità che dobbiamo filtrare in un colino a maglia fine.

Mettiamo a cuocere i nostri Spaghetti Mancini Unique Edition FABI|COSE BUONE in abbondante acqua salata e nel frattempo scaldiamo della salsa di pomodoro. A circa metà cottura della pasta versiamo in padella l’estratto di melanzana leggermente allungato con acqua di cottura e, passati 3 minuti vi scoliamo la pasta direttamente all’interno e finiamo di cuocerla aggiungendo a poco a poco brodo vegetale e, all’ultimo, mantechiamo con una grattugiata di ricotta salata. In questo modo diamo il tempo ai nostri Spaghetti Mancini Unique Edition FABI|COSE BUONE di insaporirsi assorbendo tutto il sapore ed il colore della melanzana.

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Siamo pronti per impiattare posizionando un mestolo di salsa di pomodoro a specchio sul fondo del piatto; al centro dello specchio posizioniamo un ring in cui andremo ad inserire il nido di spaghetti, guarnendo in cima con le bucce di melanzana fritte. Finiamo il piatto con una nevicata di ricotta salata grattugiata.

Ricetta di Luca Robledo

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