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Friday, 23 June 2017 12:47

SIAMO CON RISORGIMARCHE, SIAMO CON IL CUORE DI QUESTA REGIONE

Dentro al progetto RisorgiMarche, ideato da Neri Marcorè, c’è una filosofia che in casa Fabi abbiamo sposato da tempo: la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze.

Perché, come rimarcato in tutte le comunicazioni ufficiali del festival, non si tratta soltanto di concerti ad ingresso gratuito (seppure con artisti dal curriculum di altissimo spessore), quanto di momenti di incontro, di passeggiate tra le bellezze dei Sibillini e non solo, di condivisione di spazi naturali e di degustazioni prodotti tipici.

Un festival, come ha spiegato benissimo lo stesso Marcorè, non dei Comuni ma delle comunità marchigiane colpite da una terribile sequenza sismica.

Da lì la scelta di luoghi altamente simbolici, capaci di catturare gli occhi e l’anima delle persone.

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Noi ci saremo, in ognuno dei 13 eventi scelti per questa edizione che, speriamo, possa avere un seguito nei prossimi anni. Di questo, infatti, ha bisogno la nostra Regione: del cuore delle decine di persone che si sono spese per dare forma e sostanza a questa manifestazione, così come delle migliaia (ne siamo certi!) di partecipanti che da domenica 25 giugno a giovedì 3 agosto sceglieranno le Marche. Le nostre Marche. Quelle che possono risorgere soltanto lavorando insieme.

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Ci vediamo in alto, allora, camminando o in bici, ma molto prima dell’orario di inizio dei concerti, fissato per le ore 16.30 per permettere di rientrare con la luce del giorno. Più tempo avremo per condividere queste esperienze, più impareremo a conoscerci e a scegliere la stessa direzione.

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IL PROGRAMMA DI RISORGIMARCHE

Domenica 25 Giugno

NICCOLÒ FABI & GNU QUARTET

Spelonga, Arquata del Tronto (AP)

Venerdì 7 Luglio

MALIKA AYANE

Domus San Bonfilio, Cingoli (MC)

Sabato 8 Luglio

DAIANA LOU

Propezzano, Montegallo (AP)

Domenica 9 Luglio

RON

Pintura di Bolognola, Bolognola (MC)

Mercoledì 12 Luglio

ENRICO RUGGERI

Campolungo, Amandola (FM)

Giovedì 20 Luglio

PAOLA TURCI

Piani di Ragnolo, Fiastra/Sarnano (MC)

Domenica 23 Luglio

BUNGARO

Monte Rocca Colonnalta, San Ginesio (MC)

Martedì 25 Luglio

SAMUELE BERSANI

Pian dell’Elmo, Apiro (MC)

Giovedì 27 Luglio

DANIELE SILVESTRI

Rubbiano, Montefortino (FM)

Domenica 30 Luglio

FIORELLA MANNOIA / LUCA BARBAROSSA

Morro, Camerino (MC)

Lunedì 31 Luglio

BRUNORI SAS

Foce, Montemonaco (AP)

Mercoledì 2 Agosto

MAX GAZZÈ

Altopiano di Montelago, Sefro (MC)

Giovedì 3 Agosto

FRANCESCO DE GREGORI

FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana

GNU QUARTET

Macereto, Pieve Torina/Visso (MC)

Friday, 16 June 2017 11:51

NOI, CHE A ROMA ABBIAMO PORTATO UNA COMUNITÀ

Eravamo rimasti sempre lì. Alle nostre Marche. Una pausa, per riuscire a dare forma a tanti progetti che (dentro e fuori) la rete ci permettono di far conoscere con ancora più incisività questa meravigliosa terra.
In particolare, in questi mesi abbiamo lavorato ad una mostra fotografica sulle zone colpite dal terremoto. Una mostra che si lega a doppio filo al progetto #RIPARTIDAISIBILLINI (del quale vi avevamo già raccontato qui, nato spontaneamente nella metà dell’ottobre 2016 e che nel corso di questi mesi è diventato un contenitore di storie sempre più ampio e variegato.
Fino ad aprire le porte del Palazzo Fabi a Roma, messo a disposizione da un’azienda consapevole dell’importanza di una comunicazione incentrata su persone, luoghi ed eccellenze. Insomma, su quei frammenti di vita che messi insieme formano un’unica comunità.DCIM100GOPROGOPR4340.

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E nel negozio nel cuore della Capitale sono arrivati in tanti, dalle Marche e non solo. Tutti incuriositi dalla presenza di scatti – circa 50, tra colore e bianco e nero – e di prodotti straordinari: i formaggi dell’Azienda Scolastici di Pieve Torina, i salumi di Petacci di Visso, i vini di Coppacchioli Tattini di Cupi e di Dante Duri di Serrapetrona, la composta di mela rosa dei Monti Sibillini de Le Spiazzette di Amandola, l’infuso di fiori di sambuco de Il Gelso di Pievebovigliana (con sede anche a Recanati), i biscotti della Pasticceria Vissana di Visso, il pane di Al Bano Petroselli e gli oli di Stefano Gregori.
La mancanza di confini di #RIPARTIDAISIBILLINI si è manifestata anche nella proiezione di due video, realizzati da persone che si sono affiancate alle tante che avevano iniziato a “camminare” 9 mesi fa: da un lato Gianfranco Mancini, esperto fotografo di Montegranaro che ha realizzato una lunga serie di interviste a produttori, imprenditori e amministratori dei Sibillini; dall’altro Eddy Bucci, un giovane che dopo le scosse di ottobre non ha esitato a raggiungere i luoghi colpiti e a dare il via ad una narrazione fotografica molto suggestiva.
Altri frammenti, insomma. Frammenti vivi e ostinati. Nell’andare. E nel ritornare per cambiare i nostri occhi.

ANDREA BRACONI

FOTO DI DANNY VEROLI

Tuesday, 14 March 2017 09:46

BISOGNA RIPOSARSI OGNI TANTO, IN QUESTA VITA

Mi chiedono di raccontare le Marche e, possibilmente, di dare voce a quegli eroi della quotidianità che hanno fatto e stanno facendo grande questa terra.

E io mi sforzo di incrociarli, questi eroi. Ad ogni passo, anche il più piccolo. Sono tante le storie che ho raccolto in questi anni e che avrò modo di far respirare qui. E tante quelle che mi sono state accennate, lungo strade ancora sconosciute.

Poi, però, ci sono quelle giornate in cui ti metti alla ricerca soltanto di te stesso. E per riposarti – sì, per riposarti! – ti catapulti fuori dal letto di mattina presto, scegliendo l’ovest come direzione. Lì, dove tra le montagne dell’Appennino si nascondono gemme inestimabili.

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Riposarsi, infatti, per chi vi scrive significa soprattutto osservare, frugare tra i colori, rimanere in silenzio al centro di un sentiero. Così, nei primi giorni di marzo, attraverso Fiegni, una frazione di Fiastra, nel Maceratese. Poco sopra il lago artificiale alimentato dal fiume Fiastrone, dal belvedere della Ruffella indosso i miei scarponi e inizio a scendere verso uno dei punti più incantevoli dei Sibillini.

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Lo strepitio dei sassi che si mescola al vento di fine inverno. Il profilo della diga sul lato destro, accarezzato dall’ondulazione dell’acqua. Gli alberi che si fanno tetto. La pendenza che piega le gambe, ma non il desiderio. Una Fiat Panda al margine. Il bianco e il rosso che ti spingono, incrocio dopo incrocio.

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A mezz’ora dalla meta, però, quel saluto rimette tutto in discussione. E prende forma quell’eroe a cui non avrei mai pensato di stringere la mano.

“Sto tagliando la legna per casa, per il mio focolare, anche se quest’anno ci ha mandato via il terremoto”. Mario, che di anni ne ha “parecchi, più di 70”, abitava proprio a Fiegni prima che le scosse di ottobre gli lesionassero la casa, mentre lui era fuori in giardino, con le piante che si toccavano e le colonne dei cancelli che sembravano spostarsi. “Ballavi sotto e te sgrullava sopra, una cosa incredibile! Adesso sto a Polverina, mia figlia è sposata laggiù e io vengo qui perché l’aria di montagna fa sempre bene”. Ha tantissima terra, Mario, e altrettanti ettari di bosco. Sale per tagliare minuziosamente il legname, ma sempre con una certezza: “a mezzogiorno vado a casa, mi cambio e faccio un bel pranzo”.

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Ed è sempre lui che dopo essersi tolto il guanto da lavoro, avermi stretto la mano e asciugato quella lacrima tra le sue profonde rughe, mentre provo a riprendere il ritmo tra pietre e arbusti mi grida: “bisogna riposarsi ogni tanto, nella vita”. Già, il riposo, quella sensazione alla quale entrambi diamo, senza conoscerci, lo stesso significato. E che ti spinge ad arrivare, nel mezzo della settimana, lasciando i tuoi appunti alle spalle, davanti alla fragile maestosità delle Lame Rosse. E lì cambiano i suoni, con la mole di ghiaia che detta ritmo e tempo. Il fenomeno erosivo (e anche il sisma) trasforma stagione dopo stagione questa porzione dai colori penetranti, senza però mutarne il fascino e quel magnetismo unico. Rimango diversi minuti ad coglierne i riflessi, così come l’immobilismo della neve nascosta all’interno. Mentre si percepisce quel rotolare, continuo ed armonico, quasi come un canto.

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Al ritorno Mario non c’è più. E non c’è neanche la sua Panda bianca, con la quale si muove tra questi boschi per trasportare il legname. Ci sono però le cataste di rami e tronchi, tagliati perfettamente e lasciati lì per essere caricati domani. Partendo ancora da Polverina. È come se quel cumulo volesse mostrare che c’è qualcuno che, ogni volta, è costretto a piegarsi, per poi rialzarsi. Piegarsi, per poi rialzarsi. Riuscendo a trovare in questi movimenti il proprio riposo.

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ANDREA BRACONI

Wednesday, 22 February 2017 10:33

QUELLE VOCI (E QUELLE MEMORIE) CHE NON SMETTONO DI INCROCIARSI

Ho un ricordo nitido di quella telefonata. Vibrava la voce di Luca Tombesi (un food blogger di quelli veraci, che i territori li calpestano veramente), in una mescolanza di entusiasmo e di timore. Eravamo all’inizio di ottobre e da lì a qualche giorno sarebbe nato un qualcosa di unico, un progetto che settimana dopo settimana si è fatto vita.

Perchè #RIPARTIDAISIBILLINI non era soltanto il grido di aiuto di amiche ed amici impegnati nella ristorazione, nell’ospitalità e nella produzione di eccellenze enogastronomiche proprio in quelle zone duramente colpite dai terremoti del 24 agosto. Era il desiderio di stringersi, di aiutarsi reciprocamente a scavalcare un’onda cruenta.

Ed è bastato chiedere per diventare un gruppo. Da un lato la community degli Instagramers Marche, che già da tre anni aveva sviluppato in quei territori iniziative di promozione turistica e di confronto sui nuovi strumenti di comunicazione.

Dall’altro l’Associazione Italiana Travel Blogger (nota con l’acronimo AITB) che si è subito attivata tra i vari soci per verificare chi, dal 12 al 16 ottobre, avrebbe potuto partecipare ad un media tour che aveva, nelle nostre intenzioni, un’inizio e una fine.

L’inizio. Amandola, l’Osteria del Lago di San Ruffino, la caccia ai tartufi, la country house La Querceta di Marnacchia, Smerillo, il bio agriturismo La Conca, gli oli essenziali dell’Agriturismo Amargi, l’Abbazia di San Ruffino, Monte San Martino, la Pala del Crivelli, il Rifugio Città di Amandola, Montefortino, l’Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini, Montemonaco, la raccolta di castagne, il Bar Zocchi, il Museo della Sibilla, Il Tiglio e Le Castellare a Isola San Biagio, le mountain bike, l’Infernaccio visto da lontano, la piana di Castelluccio, l’Agriturismo Guerrin Meschino, Visso, la Macelleria Calabrò, il b&b Il Borgo, Ussita, il Ristorante Montebove, il b&b La Casa dell’Ortigiana. Poi la domenica, con la visita al Santuario di Macereto, i formaggi dell’Azienda Scolastici e la salita verso il Rifugio del Fargno per un pranzo a base di pasta alla Pilato. Tante, tantissime voci, che ero, anzi, eravamo, pronti a raccontare attraverso centinaia di scatti e registrazioni audio.

La fine. Poi il 26 e il 30 ottobre, con le nuove terribili scosse che hanno fatto cadere i nostri piani ma soprattutto le esistenze di tutte quelle persone conosciute. Siamo rimasti disorientati, anche per una paura che non riuscivamo proprio a chiudere definitivamente nel cassetto. Ma quelle giornate, quel girovagare ascoltando e quel desiderio di tendere (realmente) una mano sono rimasti dentro. Ecco perché una fine, a questa storia, non c’è. Perché siamo tornati ogni settimana a riascoltare quelle voci, che hanno sì qualcosa di diverso da rivelare ma che, nonostante tutto, continuano a trasudare l’essenza di questa parte di Marche. Torniamo per tenere accesa una memoria che di fronte ad una simile devastazione rischia di essere trascinata via. Torniamo e documentiamo. Torniamo e ci abbracciamo. E sono gesti che si stanno ripetendo ovunque. Ci siamo rivisti a Fermo, ad inizio febbraio, per l’inaugurazione della mostra #RIPARTIDAISIBILLINI e la vendita proprio di quelle istantanee. C’erano il sindaco e il vice sindaco della città. C’era una parte importante di quella stessa città, che silenziosamente ha scrutato i dettagli e ha scelto cosa acquistare. E c’erano loro, che ci avevano accolto con le lacrime agli occhi. Oggi abbiamo 700 euro che destineremo ad un progetto di recupero nell’area dei Sibillini, già individuato. Saremo a Tipicità, dal 4 al 6 marzo, per dare ancora più respiro all’elenco di tappe impresso poco fa. Ripeteremo parzialmente il tour domenica 26 marzo in occasione del Worldwide Instameet (#WWIM15), lanciato ogni anno da Instagram, con passaggi nell’Ascolano, nel Fermano e nel Maceratese. Esporremo quelle foto anche fuori dalle Marche, creando altri momenti di confronto. E cercheremo – anzi, lo stiamo già facendo – di dare forma nel mese di giugno ad un grande evento lì, dove insieme abbiamo mosso i primi passi. Noi ci saremo comunque. Perché non abbiamo mai smesso di farlo. Ci basta una telefonata, una sola telefonata, per imboccare la strada verso le nostre montagne.

Tartufi (Marnacchia - Amandola)

Tartufi (Marnacchia – Amandola)

La Querceta (Marnacchia - Amandola)

La Querceta (Marnacchia – Amandola)

Agriturismo Amargi (Smerillo)

Agriturismo Amargi (Smerillo)

La Conca (Smerillo)

La Conca (Smerillo)

Rifugio Città di Amandola (Amandola)

Rifugio Città di Amandola (Amandola)

Fattoria Angolo di Paradiso (Amandola)

Fattoria Angolo di Paradiso (Amandola)

Salumi Monterotti (Sarnano)

Salumi Monterotti (Sarnano)

Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini (Montefortino)

Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini (Montefortino)

Castagneto (Montemonaco)

Castagneto (Montemonaco)

 Bar Zocchi (Montemonaco)

Bar Zocchi (Montemonaco)

Le Castellare (Isola San Biagio - Montemonaco)

Le Castellare (Isola San Biagio – Montemonaco)

Bici Club Sibillini (Amandola) (A)

Bici Club Sibillini (Amandola) (A)

Il Tiglio (Isola San Biagio - Montemonaco)

Il Tiglio (Isola San Biagio – Montemonaco)

Il Guerrin Meschino (Castelluccio)

Il Guerrin Meschino (Castelluccio)

 Calabrò Carni (Visso)

Calabrò Carni (Visso)

 B&B La Casa dell'Ortigiana (Ussita)

B&B La Casa dell’Ortigiana (Ussita)

Ristorante Monte Bove (Ussita)

Ristorante Monte Bove (Ussita)

Azienda Agricola Scolastici (Pieve Torina)

Azienda Agricola Scolastici (Pieve Torina)

Rifugio del Fargno (Ussita)

Rifugio del Fargno (Ussita)

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Wednesday, 01 February 2017 10:17

La neve che ovatta e che ci cambia

Del gennaio che ci siamo appena lasciati alle spalle rimarranno le immagini degli enormi disagi provocati dalle nevicate e la paura per un mercoledì di nuove scosse. Situazioni che hanno sfiancato, oltre ai cittadini, l’intero sistema di emergenza a partire dagli amministratori locali. Poi, quando un’apparente quiete è tornata a manifestarsi, si è cercato di riappropriarsi di una quotidianità  fatta di lavoro e di passioni.

Nicola Pezzotta e Stefano Properzi, al loro incondizionato amore per la montagna diversi anni fa hanno trovato una casa. Per la precisione un blog, coninfacciaunpodisole.it, nel quale insieme ad altre amiche e amici raccontano le Marche camminando. E da poco più di due anni hanno iniziato ad organizzare passeggiate, anche durante il periodo invernale. Perché proprio l’area dei Sibillini, così duramente provata, riesce a regalare esperienze indelebili, con paesaggi che grazie alla neve cambiano continuamente.

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All’inizio Nicola preferiva un meritato “letargo”, per ripartire a marzo. Ma la montagna, quando è dentro di te, arriva a mancarti. Così, con l’attrezzatura giusta lentamente si è reso conto di come determinati scorci siano impagabili. “La bellezza della neve che ovatta tutto e cambia tutto – ci racconta -, che addolcisce il paesaggio e lo trasforma. I boschi, dove la neve è sempre fresca e camminare è a dir poco entusiasmante. Fino ad alcuni punti ricoperti dal ghiaccio: immagini magnifiche, uniche, che ti cambiano la prospettiva”.

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Ai piedi quelle ciaspole che danno quasi un senso di libertà, nonostante la fatica sia duplice rispetto alle situazioni senza neve.

Come attrezzatura consiglia sempre scarponi impermeabili e ghette da aggiungere sopra i pantaloni, per non bagnarsi fino al ginocchio. Sopra sempre meglio vestirsi a cipolla, con una giacca a vento invernale o un antivento, meglio se anche antipioggia. Perché in quota d’inverno con temperature rigide e vento, la tempetura percepita si abbassa ancora di più. E non dimenticare mai guanti, cuffia e occhiali da sole per proteggersi da una luce molto intensa. Non dimentica, Nicola, quel sopralluogo a Castelluccio, all’inizio del 2016, con un temperatura che raggiunse i meno 20 gradi mentre sul piano, dove le condizioni sono diverse rispetto alla quota, si arrivò a toccare il record storico di meno 35.

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Quando alle bevande, “portarsi sempre un qualcosa di caldo, tipo un thermos di caffè bollente che aiuta a riprendersi”. Consigli che gira, settimanalmente, alle decine di persone che partecipano alle uscite organizzate insieme a Stefano. Tranne che sul cibo (“Non sono la persona migliore per un consiglio perché sono affezionatissimo ai miei panini”), la meticolosità è una delle sue caratteristiche più evidenti. Come per il monitoraggio delle aree in concomitanza di eventi sismici. “Dopo le scosse con Stefano cerchiamo di studiare per capire dove si può andare in sicurezza e dove no. Abbiamo completamente escluso le gole, dove d’inverno si aggiunge anche il rischio valanghe, poi andiamo a cercare zone dove non c’è troppa pendenza e dove i movimenti della neve sono quasi nulli. Inoltre, guardiamo sempre le strade se sono aperte o meno. Pensiamo a quella chiusa che collega Visso ad Ussita: lì in alto ci sono zone tranquille ma non c’è modo di arrivarci, quindi rinunciamo e optiamo per altri punti dell’area”.

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Perché è sempre meglio ascoltare, dice, quella percezione di quando è il momento giusto e quando non lo è affatto, pur con la consapevolezza che le persone hanno desiderio e bisogno di andare lì, di divagarsi, ma anche di incontrare chi è stato colpito dal terremoto. Camminando – e la storia recente di Nicola lo insegna – si cambia e si arriva a guardare tutto in maniera diversa, più vera. E senza preclusioni. Basta lasciare andare le proprie ciaspole.

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I PROSSIMI APPUNTAMENTI NELLE MARCHE

- sabato 4 febbraio: Sibillini al tramonto, ciaspolata sui Piani di Ragnolo

- domenica 12 febbraio: Sibillini, ciaspolata al Santuario di Macereto

 ANDREA BRACONI

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