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Friday, 03 January 2020 16:49

PITTI UOMO 97 – Fabi

Pitti edizione numero 97. Fabi è pronta per la nuova sfida di stile nella rassegna di settore più importante al mondo: in questa edizione la bandiera di Pitti Immagine sventola nello scatto realizzato dal grande fotografo reporter Franco Pagetti, e quella di Fabi è come sempre ricca di tessuti, pellami e forme in movimento, simboli mobili di identità, di appartenenza, di pensiero e sentimento.
Materiali che danno vita a una collezione ibrida, uno stile che strizza l’occhio a sport e eleganza, sempre con finiture uniche. La maxirunning “55” è pronta al debutto: è una scarpa sportiva in vitello pregiato con inserti in neoprene, costruita su un robusto fondo “XL Extralight”.
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C’è poi la “ Emil”, dedicata ai grandi atleti del passato, con silhouette elegantissima e battistrada grintoso, in vitello tamponato a mano e maxi logo laserato sulla tomaia che poggia su un robusto fondo dentellato.
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Fondata all’inizio del 1965, Fabi è un brand Made in Italy che coniuga una visione contemporanea con una raffinatezza all’avanguardia. Una filosofia eccezionale basata su tre valori fondamentali: la motivazione, l’energia e la passione che definiscono la personalità del marchio. Fabi vuole sviluppare, passo dopo passo, un’esperienza di lifestyle globale proponendo calzature di lusso che siano sempre di tendenza, stagione dopo stagione. Ci vediamo a Firenze.

Thursday, 03 January 2019 16:04

FABI a Pitti Immagine Uomo

FABI SPA a Pitti Immagine Uomo con il suo nuovo spazio nel Padiglione Centrale, allestito da Barberini con materiali di pregio e soluzioni architettoniche contemporanee come la nuova collezione pensata dal Brand Manager Emanuele Fabi e realizzata dai Maestri di Monte San Giusto.

L’idea portante della collezione FW1920 nasce attorno a prodotti dalla vestibilità trasversale, costruiti su nuove forme con volumi e fondi importanti, sfruttando il know how del brevetto Flex Goodyear 102, il top di gamma per l’Azienda fondata da Elisio Fabi, il papà di Emanuele, a Montegranaro nel novembre del 1965

“Il concetto di “trasversale” mi piace in senso assoluto – spiega Emanuele Fabi – e poi bisogna fare i conti con tendenze e mercati che da qualche anno premiano più il mondo sportivo di quello classico. Ho pensato così a una collezione che strizza l’occhio agli “ibridi”, il classico che tende allo sport e viceversa, quindi a prodotti day to night che indossi al mattino e non vorresti cambiare mai. Il minimo comune denominatore sta nel nostro meglio del meglio: la costruzione Flex Goodyear 102 valorizza anche una sneaker come la Jesse, a Pitti nelle versione “Jesse 2” più aperta  ed elegante”.

La collezione FW1920 sviluppa anche i concetti dell’urban trekking, con polacchini in pregiati vitelli arricchiti da fodere in lana, e punta come sempre sull’altissima qualità dei materiali e sull’arte delle colorazioni a mano: cervi da decolorare e croste in inglesi da invecchiare con pazienza e amore per il prodotto spiegano al meglio una collezione figlia di passato e presente, heritage e innovazione.

Friday, 08 June 2018 17:27

Fabi Shoes a Firenze per Pitti Uomo

Fabi presenta a Pitti Immagine Uomo la nuova collezione Spring Summer 2019, dedicata al Gentleman “Post-Contemporaneo” abile a mischiare classico e moderno, con outfit sdrammatizzati dal nuovo concetto sporty della scarpa classica.
Colori tradizionali e colori naturali ampliano la palette cromatica, applicati a mano su pregiatissimi pellami che si appoggiano su grintosi fondi in EVA bianchi a contrasto. Nella collezione che scava alle origini del brand fondato a Montegranaro da Elisio Fabi nel 1965, e la reinterpeta con l’animo contemporaneo del figlio Emanuele, le
forme guardano al futuro e le scelte dei materiali strizzano l’occhio anche ai Millennials, con denim e tessuti tecnici per loafers, allacciati e monks.

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Pitti guarda al Pop e Fabi si allinea con una sneaker unique edition che scava negli anni ’80, quando l’Italia trionfava ai mondiali di Spagna disegnati da Mirò e i suoi campioni erano testimonial delle prime scarpe sportive di culto per il tempo libero.

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La “Mundial” è morbidissima, fresca nei colori, così comoda che non la toglieresti mai, poggia su una cassetta costruita, elegantissima con il dettaglio dell’inserto colorato sul tallone.

C’è poi la Jesse. L’iconica sneaker da uomo sceglie morbidi e robusti pellami di cervo declinati in una palette colori fantastica, finissimi e ricchi di charme, con la costruzione reverse, un’antica lavorazione adottata per non mostrare la cucitura esterna e per rendere la calzatura più impermeabile.
Cura e attenzione ai dettagli che rendono la scarpa ancor più preziosa e assolutamente inconfondibile, come la suola in gomma Vibram Gumlite poggiata su un sottile strato di cuoio che avrebbe fatto comodo persino a Jesse Owens, negli anni Trenta.

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Anche l’altissimo di gamma sceglie la costruzione reverse Flex Goodyear. La double monk in canguro inserisce la maxi frangia per dare un tocco di originalità a una scarpa già di grande carattere.

La collezione Must_Eve, il grande successo delle ultime stagioni, con gli iconici che si “trasformano” nelle scarpe ideali in ogni contesto, si amplia con otto nuovi modelli capitanati da un raffinatissimo College bicolore.

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Last but not least, c’è un nuovo morsetto a unire la collezione uomo alla collezione donna che vedremo a Micam e WHITE. Pulizia e rigore per i mocassini “Show The Logo” che scavano negli archivi: elegantissimi, pregiatissimi, irresistibili.

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Tuesday, 09 January 2018 09:00

LE NUOVE SNEAKERS “JESSE” A PITTI UOMO FIRENZE



Uno scatto. Un salto. Un allungo. Un sorriso. Untitled2

Alle Olimpiadi del 1936, in soli sei giorni, Jesse Owens riscrisse la Storia dello Sport entrando nella leggenda.
A Berlino, davanti ad Adolf Hitler.

Un’impresa incredibile, con un comune filo conduttore: dei piedi fatati, veloci come Mercurio, il messaggero degli dei.

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Da questi guizzi vincenti, dalla terra della pista olimpica graffiata dai balzi leggiadri e dal sacro furore di Owens, è scaturita la scintilla di Fabi Shoes, l’omaggio devoto e dovuto a quel piede mitologico.

Le nuove sneakers “Jesse” sono il risultato ultimo e fiore all’occhiello di un progetto nato tre anni fa, e Pitti Immagine Uomo 2018 il punto di partenza ideale per presentarle.L’estetica e i colori – sia in pelle che in camoscio – rimandano a quei ricordi polverosi e memorabili: un classico sportivo di lusso con tutte le qualità di grande pregio delle Flex Goodyear, reso possibile grazie alla lavorazione brevettata dei 102 passaggi.

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Delle sneakers comode, semplici come le umili origini di Jesse Owens da cui hanno preso in prestito il nome, ma eleganti come la corsa eterea del nativo dell’Alabama.

Un legame con l’atleta afroamericano che s’intreccia nel profondo delle cuciture e dei pellami, robusti e morbidi in quanto indispensabili per la costruzione reverse, un’antica lavorazione adottata per non mostrare la cucitura esterna e per rendere la calzatura più impermeabile.
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Cure e attenzione ai dettagli che rendono la scarpa ancor più preziosa e assolutamente inconfondibile, come la suola in gomma Vibram Gumlite poggiata su un sottile strato di cuoio che avrebbe fatto comodo persino a Jesse, negli anni Trenta.

Una creatura fatta di pelle, lacci e gomma per competere su tutte le superfici, ispirata anche da quello che lo storyteller italiano per eccellenza Federico Buffa ha raccontato su una delle figure più simboliche del Novecento, tanto da portarlo a teatro.
Perchè, tra le tante cose “ha mostrato che un atleta come lui non era mai nato.” 

A James Cleveland Owens, per tutti Jesse, abbiamo detto grazie così.

Thursday, 15 June 2017 09:33

LA FIRENZE ETERNA E PITTI 2017 – PARTE #2

“Il «mistero dei tetti» di Firenze è tutto qui: essi sono, con la Cupola, quasi un «sacramento» che si fa specchio e diffusore della bellezza, della purità e della pace celeste!”

Rieccoci nel bel mezzo del cammin del nostro tour fiorentino – mentre “Pitti Uomo” sta decollando -, accompagnati dalle parole di un uomo innamorato della propria città come lo era il Giorgio La Pira della citazione (uno dei più celeberrimi sindaci di Firenze), e dal nostro fido cicerone-gourmet-sommelier che col passare delle ore sembra accusare più del previsto le sbornie alcoliche e goderecce delle nostre “pause” viziose.

Ci eravamo lasciati con la promessa di “guadagnarci” il privilegio di una vista memorabile sul fiume Arno dopo aver messo a ferro e fuoco i locali di mezza sponda sinistra, ed eccoci accontentati. Dal quartiere Campo di Marte nostra ultima tappa prima dei temporanei addii ci basta percorrere qualche centinaio di sampietrini medievali in direzione sud e giungiamo sul famoso Lungarno, dove anche il nostro amico Lorenzo Il Magnifico adorava passeggiare e far viaggiare la mente.

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Siamo ancora lontani da Ponte Vecchio, ma passare sul suo cugino più orientale - Ponte S.Niccolò - non è per nulla spiacevole. Anzi, la visuale del resto della città ha un sapore nuovo, quasi come trovarsi improvvisamente nel dietro le quinte di un teatro ottocentesco: salire sugli spalti naturali è l’ultima cosa che ci rimane da fare per ammirare i tetti tanto decantati della Firenze estiva, e Piazzale Michelangelo – piazza dell’Ottocento sopraelevata rispetto alla città – è la nostra ovvia meta appena scesi dal ponte sulla sponda destra.

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Non male come colpo d’occhio, e del resto questa è una delle zone più visitate dai turisti di tutto il mondo. Ma forse non tutti sanno che poco più in giù – andando in due direzioni opposte tra loro – un “panorama” altrettanto prelibato è proposto quotidianamente anche da due tra i locali più ambiti in town: verso est s’incontra la Trattoria Gigi, in Via Orsini, tra le più classiche del posto e anche nettamente tra le più buone; andando verso il centro invece impossibile non fermarsi da ZEB Gastronomia, nella piazzetta di San Miniato. La parola la lasciamo – doverosamente – al nostro guru: “L’ultima volta da Gigi c’ho mangiato pici al ragù di cinghiale, il solito spettacolare tagliere di salumi e un buon Chianti, oltre che un ottimo dessert di pan di spagna con gelato alla vaniglia…da Zeb…beh, altro posto da pausa scenica, degustazioni pazzesche!…se non c’andate, quello sì che è un peccato mortale!”

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Seguiamo il consiglio senza farci pregare due volte e ci incamminiamo verso Zeb, considerata la sua maggior vicinanza a Ponte Vecchio dove siamo diretti. Del resto la giornata è lunga e piena di sorprese, un’iniezione di energia e carboidrati è proprio ciò che ci serve!
Ritornati all’aria aperta, l’Arno calmo e bagnato dai raggi del sole ci invita placidamente a risalirlo, perchè sa che è giunta l’ora: aveva ragione il grande giornalista Guido Piovene quando affermava che a Firenze “l’architettura ha la magia di uno strumento ottico di precisione”…ci soffermiamo davanti alla manifestazione di piccola perfezione che Ponte Vecchio con le sue casette colorate a strapiombo sul fiume ci trasmette, e sospiriamo.

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“Quanto sei bella Firenze” sussurra alle nostre spalle il nostro buon cicerone, ancora col calice in mano…pare che non abbia perso tempo, ed approfittando del nostro sognare ad occhi aperti si è servito alla grande proprio dietro l’angolo, in una delle più deliziose bottiglierie del centro: Le Volpi e l’Uva ha una delle selezioni di vini più incredibili della zona” ci dice convinto, e noi non possiamo far altro che andare a controllare la fedeltà delle sue parole, assaporando pochi minuti più tardi un Brunello che ci lascia basiti e contenti…salvo poi farci trascinare dalla concorrenza per chiudere l’obbligato confronto: non sappiamo sinceramente dire se han vinto “Le Volpi” o l’enoteca Gola e Cantina, ma di certo c’è che noi siamo palesemente soddisfatti.

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Ma basta trastullarsi con i beni terreni, è tempo di arte, storia, magia! Via dunque verso Piazza Pitti e il suo Palazzo, uno dei più rinomati musei cittadini (oltre che quartier generale simbolico dell’evento che ci ha spinto con le nostre belle FABI colorate al viaggio): i capolavori di Raffaello e Tiziano ci attendono, tornandoci a far pensare a quel nostro amico quando ci confessò di avere “un debole per gli occhi chiari ed i capelli biondi datati Firenze 1400”. Perdiamo (artisticamente) la testa anche noi, completando poi l’opera con un cono gelato da applausi alla vicinissima Gelateria della Passera, sempre nella stessa piazzetta.

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Ne lecchiamo i lati attenti a non far sciogliere i tre gusti che abbiamo arditamente scelto con questo caldo, mentre proviamo ad entrare nel Giardino dei Boboli, definito “uno dei più grandi esempi di giardino all’italiana al mondo”…non a torto, giustamente: tra alberi, distese di verde e statue dal sapore romantico, con i rumori urbani lontani nel tempo e nello spazio, ci sembra di vivere in un’altra epoca, come dei gentiluomini con baffi a manubrio e cilindro.
Status che ci spinge peraltro ad affilare il nostro giudizio nelle ultime due tappe enogastronomiche del nostro gironzolare.
Gurdulù e Sottarno sono due piccoli monumenti al mangiare e bere bene, entrambi di fianco ai giardini, entrambi dai menu celestiali: “cucine divine, cocktails intriganti…non saprei proprio da dove iniziare…” ci dice per un attimo spiazzato il nostro amico…sappiamo che “testeremo” entrambi, e quindi con un sorriso ci mettiamo l’animo in pace mentre dietro a Ponte Vecchio il sole si avvia al meritato riposo.

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E davanti a tanta meraviglia, sull’imbrunire della giornata e della nostra avventura fiorentina, non ci resta che chiudere con le migliori parole, quelle dell’eterno Ennio Flaiano:

“La sorpresa di Firenze che si rinnova a ogni viaggio. Il piccolo golfo dell’Arno così bene “male” illuminato la sera nei lungarni, la linea sempre aurea dei palazzi, lo svolgersi delle strade, la nettezza dei particolari, il nitore del cielo e dei profili.”

…e se volete tornare sulla sponda sinistra dell’Arno, basta cliccare QUI per la Parte #1

Buona Firenze, buon Pitti, ci trovate al Padiglione E4!

Michele Pettene con la preziosa collaborazione di BasketKitchen

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