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Tuesday, 18 December 2018 18:58

SNEAKERS JESSE, HEROES FROM THE PAST #4: GIRARDENGO

 

Costante Girardengo e il bandito che voleva pedalare come lui

Vai Girardengo, vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone
Vai Girardengo, non si vede più Sante
è dietro a quella curva, è sempre più distante.
["Il bandito e il campione" - Francesco de Gregori, 1993]

Si sente dire spesso che per ogni campione sportivo che ce l’ha fatta ne esistono altri cento, mille, che per i più svariati motivi non sono riusciti a raggiungere gli stessi traguardi.
Stesso talento magari, ma meno forza di volontà, o meno tenuta mentale. Nessun fuoco sacro, dentro. Meno fame.
Ecco, se dovessimo dare ascolto alle leggende che dai primi anni del Novecento si tramandano nelle province piemontesi, potremmo dire che c’è stato un caso in cui un campione – tra i più grandi di sempre della nostra nazione – ha avuto un amico che avrebbe potuto dargli del grosso filo da torcere.

Ma che, a differenza delle altre decine di incompiuti, un po’ per scelta un po’ per destino ha scelto di diventare un “campione” in uno “sport” un po’ meno seguito e apprezzato, il crimine.

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Una storia, quella del fenomeno del ciclismo di Novi Ligure – Costante Girardengo – e del suo amicone bandito Sante Pollastri, che ha ispirato addirittura De Gregori e un suo intero album nel 1993, oltre che una fiction Rai (vabbè…) nel 2010.
Una storia che è diventata, grazie all’assenza dei media rapaci odierni e di tecniche di comunicazione ben più lente di un blog, un mito incastonato tra un’Italia unita ancora giovane e una narrazione epica da legare ai primi grandi eroi del nuovo secolo sportivo tricolore.

Ma le leggende, si sa, sono fatte per essere smentite, pur conservando un fondo di affascinante verità.
Quello che sappiamo è che Sante è nato sei anni dopo Costante: 1899 contro 1893.
Cresciuti grossomodo nello stesso quartiere di Novi Ligure, provincia di Alessandria, è assodato che entrambi fossero poveri come la maggior parte dei loro connazionali, forse pure più della media, già drammaticamente alta durante l’ingresso nel Secolo Breve.

Compagni di scorrazzate in bicicletta durante l’infanzia per dimenticare le proprie misere condizioni e pure la fame malefica, i due prendono presto strade differenti, nonostante il desiderio atroce di sconfiggere la povertà sia vivo in entrambi: Girardengo a 19 anni è già professionista, Pollastri lo segue con orgoglio e desiderio di emulazione ma nel 1918 ha già la vita segnata dal rancore verso polizia, società, Carabinieri. Dicono che un membro dell’Arma gli abbia ucciso un parente, o stuprato la sorellina: le versioni non coincidono, la leggenda è appunto una leggenda, ma il risultato è purtroppo certificato. Quel rancore si è già tramutato in una ribellione più oscura, la criminalità.

Costante Girardengo sfreccia intanto sulle strade d’Italia: domina due Giri, distrugge la concorrenza nella Milano-Sanremo, la sua preferita con ben sei vittorie, fa incetta di campionati italiani di ciclismo su strada, addirittura arriva secondo ai Mondiali in Germania nel 1927. Diventa il primo vero Campionissimo nella storia del nostro ciclismo, un talento naturale, puro, con quel piedino rapido e fluido fisso sui pedali, da mattina a sera, di vittoria in vittoria.
Una leggenda vera, ammirata e ispiratrice, che tanto avremmo voluto vedere con le nostre sneakers Jesse ai piedi, a volare come il vento sul cemento e in giro per il Bel Paese.

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Nulla a che vedere però con le “fughe” di cui è già diventato maestro Sante, il feroce Sante. Il generoso Sante.
Introvabile, inafferrabile, odiato dalle forze dell’ordine di Italia e Francia, amato dagli anarchici e dai poveracci come lui cui – si dice- regali parti delle refurtive, il bandito autore di rapine e omicidi che accrescono la sua nomea in tutta Italia proprio come l’amico Costante, è campione indiscusso di “volate” cui Girardengo non ha mai dovuto partecipare, fortunatamente.

I giornali lo chiamano “Nemico Pubblico Numero Uno”, nientemeno.

Perso di vista per ovvi motivi, Costante – che in cuor suo conserva il ricordo di un ragazzo figlio delle stesse misere condizioni – rincontrerà Sante a Parigi nel 1927, quando la Gloria sportiva è ormai alle spalle e i 40 anni alle porte. Pollastri, braccato dai gendarmi, tramite il massaggiatore di Girardengo amico comune ottiene un incontro con il ciclista durante la Sei Giorni parigina: felice nonostante tutto, Sante riabbraccerà colui che aveva lanciato “la fuga” da Novi Ligure e dagli stenti in tenera età, salutandolo e dandogli appuntamento nella terra natìa, ora che entrambi ce l’hanno fatta.

E Girardengo? Impaurito da un potenziale scandalo e fatte sue le confidenze del criminale, pensò giustamente di denunciarlo subito, testimoniando al suo processo dopo l’arresto avvenuto proprio nella Ville Lumiere. Sante si prese l’ergastolo, mentre Costante finì nel 1936 la propria incredibile carriera, diventando allenatore, testimonial, simbolo assoluto di un nuovo sport fatto di superuomini…e chissà, forse pure di banditi.

Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta
un’unica passione per la bicicletta
un incrocio di destini in una strana storia
di cui nei giorni nostri si è persa la memoria
["Il bandito e il campione" - Francesco de Gregori, 1993]

Wednesday, 22 February 2017 10:33

QUELLE VOCI (E QUELLE MEMORIE) CHE NON SMETTONO DI INCROCIARSI

Ho un ricordo nitido di quella telefonata. Vibrava la voce di Luca Tombesi (un food blogger di quelli veraci, che i territori li calpestano veramente), in una mescolanza di entusiasmo e di timore. Eravamo all’inizio di ottobre e da lì a qualche giorno sarebbe nato un qualcosa di unico, un progetto che settimana dopo settimana si è fatto vita.

Perchè #RIPARTIDAISIBILLINI non era soltanto il grido di aiuto di amiche ed amici impegnati nella ristorazione, nell’ospitalità e nella produzione di eccellenze enogastronomiche proprio in quelle zone duramente colpite dai terremoti del 24 agosto. Era il desiderio di stringersi, di aiutarsi reciprocamente a scavalcare un’onda cruenta.

Ed è bastato chiedere per diventare un gruppo. Da un lato la community degli Instagramers Marche, che già da tre anni aveva sviluppato in quei territori iniziative di promozione turistica e di confronto sui nuovi strumenti di comunicazione.

Dall’altro l’Associazione Italiana Travel Blogger (nota con l’acronimo AITB) che si è subito attivata tra i vari soci per verificare chi, dal 12 al 16 ottobre, avrebbe potuto partecipare ad un media tour che aveva, nelle nostre intenzioni, un’inizio e una fine.

L’inizio. Amandola, l’Osteria del Lago di San Ruffino, la caccia ai tartufi, la country house La Querceta di Marnacchia, Smerillo, il bio agriturismo La Conca, gli oli essenziali dell’Agriturismo Amargi, l’Abbazia di San Ruffino, Monte San Martino, la Pala del Crivelli, il Rifugio Città di Amandola, Montefortino, l’Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini, Montemonaco, la raccolta di castagne, il Bar Zocchi, il Museo della Sibilla, Il Tiglio e Le Castellare a Isola San Biagio, le mountain bike, l’Infernaccio visto da lontano, la piana di Castelluccio, l’Agriturismo Guerrin Meschino, Visso, la Macelleria Calabrò, il b&b Il Borgo, Ussita, il Ristorante Montebove, il b&b La Casa dell’Ortigiana. Poi la domenica, con la visita al Santuario di Macereto, i formaggi dell’Azienda Scolastici e la salita verso il Rifugio del Fargno per un pranzo a base di pasta alla Pilato. Tante, tantissime voci, che ero, anzi, eravamo, pronti a raccontare attraverso centinaia di scatti e registrazioni audio.

La fine. Poi il 26 e il 30 ottobre, con le nuove terribili scosse che hanno fatto cadere i nostri piani ma soprattutto le esistenze di tutte quelle persone conosciute. Siamo rimasti disorientati, anche per una paura che non riuscivamo proprio a chiudere definitivamente nel cassetto. Ma quelle giornate, quel girovagare ascoltando e quel desiderio di tendere (realmente) una mano sono rimasti dentro. Ecco perché una fine, a questa storia, non c’è. Perché siamo tornati ogni settimana a riascoltare quelle voci, che hanno sì qualcosa di diverso da rivelare ma che, nonostante tutto, continuano a trasudare l’essenza di questa parte di Marche. Torniamo per tenere accesa una memoria che di fronte ad una simile devastazione rischia di essere trascinata via. Torniamo e documentiamo. Torniamo e ci abbracciamo. E sono gesti che si stanno ripetendo ovunque. Ci siamo rivisti a Fermo, ad inizio febbraio, per l’inaugurazione della mostra #RIPARTIDAISIBILLINI e la vendita proprio di quelle istantanee. C’erano il sindaco e il vice sindaco della città. C’era una parte importante di quella stessa città, che silenziosamente ha scrutato i dettagli e ha scelto cosa acquistare. E c’erano loro, che ci avevano accolto con le lacrime agli occhi. Oggi abbiamo 700 euro che destineremo ad un progetto di recupero nell’area dei Sibillini, già individuato. Saremo a Tipicità, dal 4 al 6 marzo, per dare ancora più respiro all’elenco di tappe impresso poco fa. Ripeteremo parzialmente il tour domenica 26 marzo in occasione del Worldwide Instameet (#WWIM15), lanciato ogni anno da Instagram, con passaggi nell’Ascolano, nel Fermano e nel Maceratese. Esporremo quelle foto anche fuori dalle Marche, creando altri momenti di confronto. E cercheremo – anzi, lo stiamo già facendo – di dare forma nel mese di giugno ad un grande evento lì, dove insieme abbiamo mosso i primi passi. Noi ci saremo comunque. Perché non abbiamo mai smesso di farlo. Ci basta una telefonata, una sola telefonata, per imboccare la strada verso le nostre montagne.

Tartufi (Marnacchia - Amandola)

Tartufi (Marnacchia – Amandola)

La Querceta (Marnacchia - Amandola)

La Querceta (Marnacchia – Amandola)

Agriturismo Amargi (Smerillo)

Agriturismo Amargi (Smerillo)

La Conca (Smerillo)

La Conca (Smerillo)

Rifugio Città di Amandola (Amandola)

Rifugio Città di Amandola (Amandola)

Fattoria Angolo di Paradiso (Amandola)

Fattoria Angolo di Paradiso (Amandola)

Salumi Monterotti (Sarnano)

Salumi Monterotti (Sarnano)

Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini (Montefortino)

Agriturismo Santa Lucia dei Sibillini (Montefortino)

Castagneto (Montemonaco)

Castagneto (Montemonaco)

 Bar Zocchi (Montemonaco)

Bar Zocchi (Montemonaco)

Le Castellare (Isola San Biagio - Montemonaco)

Le Castellare (Isola San Biagio – Montemonaco)

Bici Club Sibillini (Amandola) (A)

Bici Club Sibillini (Amandola) (A)

Il Tiglio (Isola San Biagio - Montemonaco)

Il Tiglio (Isola San Biagio – Montemonaco)

Il Guerrin Meschino (Castelluccio)

Il Guerrin Meschino (Castelluccio)

 Calabrò Carni (Visso)

Calabrò Carni (Visso)

 B&B La Casa dell'Ortigiana (Ussita)

B&B La Casa dell’Ortigiana (Ussita)

Ristorante Monte Bove (Ussita)

Ristorante Monte Bove (Ussita)

Azienda Agricola Scolastici (Pieve Torina)

Azienda Agricola Scolastici (Pieve Torina)

Rifugio del Fargno (Ussita)

Rifugio del Fargno (Ussita)

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