INTERVISTA ALBERTO LUCIANI – DIPENDENTE FABI
Come è arrivato alla Fabi? In che anno?
Sono arrivato alla Fabi nel 1975. Mio zio conosceva Elisio, che all’epoca aveva 32 anni.
Io ne avevo appena 15, ero abituato alla libertà e stare all’aperto in campagna.
Costretto da mio zio ad intraprendere il mestiere, fui reticente all’inizio,
ed Elisio Fabi in persona venne a casa nostra. Quando mi convinsi, per Elisio avevo atteso troppo e mio zio dovette di nuovo chiedere il favore di prendermi in fabbrica.
Alla fine, iniziai. Avevo già una formazione da tagliatore e appena dopo 7 anni, nel 1982,
mi fu proposto per la prima volta di diventare capo reparto.
Ero molto preoccupato di questa mia nuova responsabilità,
ma grazie alla mia tenacia ed al mio impegno, tutto riuscì.
Lei è tra i dipendenti con più anni di anzianità di tutti,
potrebbe raccontarci la parabola di questa azienda vista con i suoi occhi?
La parabola di questa azienda è simile alla mia piccola parabola personale.
Agli inizi eravamo in 30 e facevamo 250 paia al giorno. Oggi i numeri sono completamente diversi, basti pensare che i dipendenti sono 350! Io, qui, sono arrivato in bici, ed oggi ho la Jeep!
Che cosa le piace di più nello stare qui?
I rapporti umani e le relazioni che si sono create in tutti questi anni.
AVRÀ MOLTE STORIE DA RACCONTARE, MA TRA TUTTI
C’È UN EPISODIO CHE LE È RIMASTO PARTICOLARMENTE IMPRESSO?
Nel 1978 è entrata in azienda una ragazza, Paola: ci siamo conosciuti e ci siamo innamorati.
L’ho sposata nell’82, lo stesso anno in cui sono diventato capo reparto.
Direi proprio una bella annata!
Che cosa ripete spesso ai suoi figli?
Ai miei figli racconto la mia storia, per far capire loro come si deve affrontare il mondo del lavoro.
Io lavoravo giorno e notte. Mio figlio, Danny, quasi non ci crede. Oggi lavora anche lui qui in azienda.
Quali sono i sogni che ha realizzato e quali
quelli che vorrebbe ancora realizzare?
Il primo sogno, che ho potuto realizzare, fu quello di comperare una Lancia Beta Coupé 1600, per me, la macchina per eccellenza. Mi si aprivano le porte di tutti i migliori locali.
Al Green Leaves (noto locale della costa) mi facevano parcheggiare davanti all’ingresso.
Oggi sogno una casetta indipendente, tutta per la mia famiglia.
Comunque, mi sono tolto molte soddisfazioni. “non si può fare qualcosa in cui non si ha passione”
Che cosa vorrebbe dire ad un giovane
che fa oggi ingresso nel mondo del lavoro?
Che non si può fare qualcosa in cui non si ha passione. Il segreto è lì: spingere per quello che si vuole realmente fare, essere attenti, sapersi prendere le proprie responsabilità
In che cosa ha ancora fiducia?
Nelle persone.
Devi pur avere fiducia in qualcuno, altrimenti che senso ha la vita?
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